La consulta Nazionale Avis Giovani propone una nuova strategia di approccio e condivisione al termine di due giorni di meeting a Bologna.
Il meeting dal titolo “Obiettivo Futuro” ha affrontato diversi temi: dal diritto alla salute alla sostenibilità ambientale, l’empowerment femminile, tutti obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Da qui l’esigenza di ampliare gli orizzonti della realtà avisina includendo tematiche che spesso vengono ignorate o date per scontate, ma che garantiscono invece inclusività e pari opportunità. É questa la sfida che è stata lanciata alla consulta Nazionale Avis Giovani: trovare la giusta strategia comunicativa per essere rappresentanti di sani valori e ideali. Ciò che colpisce è la correlazione delle associazioni coinvolte nel condividere e puntare ai medesimi obiettivi che sono: azione, responsabilità e dono.
La sfida all’inclusività parte proprio dall’argomento della parità di genere, relazionato dall’avvocata Cathy La Torre, specializzata in diritto antidiscriminatorio e in particolar modo in discriminazioni sull’identità di genere e in diritti della comunità LGBTQIA+.
La Torre ci ricorda che la prima responsabilità per una società civile è l’inclusività e fa riferimento ad alcuni paesi del mondo che precludono la donazione a determinati individui solo perché omosessuali, basandosi su un mero pregiudizio storico discriminatorio che li classifica come portatori di comportamenti a rischio.
Si passa poi alla sostenibilità ambientale: la relatrice, Martina Fondi, responsabile forestale di Treedom ci spiega che la sostenibilità riguarda anche la società stessa, l’economia e il futuro e che il nostro compito è non consumare tutte le risorse a nostra disposizione in modo tale da lasciare una base su cui poter costruire alle generazioni future.
Il principio alla base di Treedom, che si occupa di piantare alberi in diversi paesi del mondo è la partecipazione globale, come per l’Avis, “Donare vuol dire offrire nuove opportunità al prossimo”.
Questo significa esercitare la partecipazione attiva, associarsi ed impegnarsi per noi e per gli altri, donando in primo luogo il nostro tempo, le nostre capacità e soprattutto una nuova speranza per tutti.
Un altro obiettivo importante di cui si è discusso è sconfiggere la fame e la povertà: Simona Lanzoni, vice presidente di Pangea Onlus, l’organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne perché ancora oggi quest’ultime sono sempre più soggette a disparità di genere.
La dottoressa ha portato poi l’esempio dell’attività condotta in Afghanistan toccando un tema delicato e importante: la preoccupazione delle madri per il futuro dei figli, perché le stesse madri non sono in grado di garantire loro stabilità economica e sostegno. Da questo bisogno nasce quindi l’idea di “microcredito” per dare la possibilità alle donne afghane di formarsi e avviare le loro attività microimprenditoriali.
Il terzo obiettivo dell’agenda 2030 riguarda la salute e il benessere: a parlarne è Ettore Bertelli, il relatore pubblico di Emergency, l’organizzazione fondata da Gino Strada che si occupa di fornire cure e assistenza sanitaria gratuita in zone di guerra perché non esiste una sanità di serie A o di serie B, esiste solo quella di eccellenza. É importante quindi garantire diritti e dignità ad ogni essere umano che devono essere rispettati, sia in situazioni di pace o di guerra. Tema molto caro alla realtà avisina che da sempre sostiene l’educazione alla salute, alla prevenzione e alla qualità della vita.
Grazie a quest’assemblea e agli argomenti proposti è stato possibile riscontrare come ancora una volta l’associazionismo e l’impegno sono elementi chiave per la realizzazione di ogni obiettivo comune e che il futuro è oggi più che mai nelle nostre mani, quindi bisogna scendere in campo, farsi ambasciatori dei nostri valori e difenderli nel tempo.